Per un design differente. Pensare come un brand, agire come una comunità

Una Visione completamente diversa Per un design differente. Pensare come un brand, agire come una comunità

Per affrontare la crisi climatica serve una terza via nel design, che unisca la semplicità delle brand experience con gli aspetti aspirazionali delle community experience. E dare forma a modelli di business per le organizzazioni, al servizio delle comunità.

Design, differently è un progetto a cura del Design Council che interseca azioni orientate alle comunità con pratiche per combattere i cambiamenti climatici. Stiamo coinvolgendo imprenditori britannici che lavorano nel sociale in un programma di design thinking e design doing, per supportare team community-led nel dar forma a un futuro sostenibile e circolare.

Il nostro progetto dà supporto pratico per aiutare le persone coinvolte a immaginare nuovi futuri per le comunità circolari. Basandoci su insight concreti provenienti dai nostri inspirational team stiamo creando una visione interconnessa su come l’energia condivisa, il cibo sostenibile, una mobilità più equa, il consumo circolare, l’acquisizione di skill e i programmi educativi possano diventare una Stella Polare positiva, una guida verso un futuro diverso.

Da questo progetto stiamo apprendendo un concetto fondamentale: è sempre più chiara la necessità di un cambiamento di ampia portata, che agisca velocemente, e trasformi le singole brand experience in esperienze collettive.

In generale i designer chiamano customer & brand experience l’insieme delle relazioni tra le persone e i fornitori di beni e servizi. È ciò di cui il business ha bisogno per rendersi riconoscibile e differenziarsi dai concorrenti. I consumatori gravitano intorno a queste esperienze per trovare ciò che vogliono. Infatti, quando una customer e una brand experience funzionano, risultano famigliari, aspirazionali e facili da ricordare. Queste caratteristiche generano una crescita e una scalabilità rapide, con un grande effetto collaterale: spesso sono intrinsecamente non sostenibili (o difficili da riadattare verso pratiche più sostenibili). Inoltre, è più frequente che dividano le persone anziché accomunarle.

Sul frangente opposto troviamo le community experience, che sono potenti e arricchiscono tanto gli individui, quanto i gruppi e i luoghi, ma sono meno visibili, meno diffuse e meno allineate con i desideri del mainstream.

Quando le iniziative orientate alle comunità funzionano sono costruite intorno a e dedicate a un luogo particolare, fanno convergere gli individui intorno a un territorio. Prendono forme coerenti in base alle qualità distintive degli ambienti e sono al servizio dei bisogni delle persone. Creano un’alternativa ai modelli commerciali esistenti. Crediamo che offrano opportunità per far radicare la circolarità in un determinato territorio. L’intero settore del design ha un ruolo fondamentale nel creare questa nuova tipologia di esperienze. Per questo motivo, una buona parte del progetto design, differently crea ponti che colmino le differenze tra i community designer e designer specializzati in progetti commerciali. Questa collaborazione è un’occasione importante per imparare gli uni dagli altri.

Le collective experience sono i modelli di business di un futuro sostenibile

Al Design Council abbiamo iniziato a chiamare questa terza via progettuale collective experience. È un mix di prodotti, servizi e luoghi accessibili e attrattivi per i brand – perché capaci di scalare e avere successo – ma, a differenza degli approcci tradizionali, nascono all’interno delle comunità che abitano e di cui sono al servizio, e contribuiscono ad alimentarle. Crediamo che queste collective experience siano i modelli di business sostenibile del futuro, perché nascono grazie all’ingenuità e al talento dei designer focalizzati sul business, insieme ai designer al servizio delle comunità.

Ma come attivare queste forme di collaborazione? Abbiamo sviluppato una serie di approcci e suggerimenti che definiscono una progettualità differente con e per le comunità:

  • Non progettare ciò che pensi la comunità voglia, co-progetta iniziative con e intorno ad L’ampiezza degli input e la collaborazione sono cruciali, così come l’individuazione degli attori che attraversano il sistema.
  • Pensa come un E quindi come puoi rendere aspirazionale e privo di attriti ciò che offri? Come puoi rendere un’esperienza collettiva famigliare, così come lo è un’offerta commerciale?
  • Definisci i principi fondamentali e gli attributi funzionali che rafforzano ciò che offri, ma lascia spazio alle forme di unicità che emergono dai luoghi e dalle comunità, per generare nuove intersezioni.
  • Progetta l’area core sulla quale ti focalizzerai (può essere il cibo, l’energia, la mobilità ), ma chiediti anche come quest’area possa essere percepita al di fuori della comunità. Pensa a quali possono essere gli effetti di scala e come puoi generare più benefici possibile.

È vitale trovare una terza via a cavallo tra esperienze commerciali e comunitarie, che includa la progettualità, l’implementazione e la crescita, perché può accelerare risposte significative contro la crisi climatica. Non possiamo più pensare semplicemente al business as usual e agire sui singoli clienti, dobbiamo continuare a cercare nuovi modelli che cambino i comportamenti, che creino comunità e nuove forme di collettività. 

Weconomy book

  •  Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato. 19033

    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

  • UFO. Unidentified Future Organizations

    UFO. Unidentified Future Organizations

    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

  • Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    In questo Quaderno indaghiamo le origini del trash. Che, per noi, nascono da quella vendita che non risolve problemi reali e concreti. L'antidoto è una vendita circolare e infinita, che trae il massimo vantaggio moltiplicando i punti di contatto con il Cliente, coinvolgendolo e generando una visione condivisa tra persone e organizzazioni.

  • Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Non esistono skill “a prova di futuro”. Perché, quando parliamo di abilità e competenze, in realtà parliamo di sviluppo delle persone.

    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

  • Robot: l'automazione è collaborativa?

    Robot: l'automazione è collaborativa?

    R come Robot - Quali sono le possibili relazioni tra umani e tecnologia? Il tema è esplorato indagando in due sezioni le trasformazioni a livello sociale e aziendale. Una sezione dedicata alla mostra Posthuman (svoltasi durante la MDW 2017) conclude il quaderno. L'obiettivo di questo numero è quello di fornire spunti, quello di avviare un dialogo, di stimolare un'ulteriore esplorazione di diversi punti di vista.

  • Quid novi? Generazioni che collaborano

    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

  • POP Collaboration: Point Of Presence

    POP Collaboration: Point Of Presence

    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

  • Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

  • Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

  • Management: Cross, Self, Content

    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

  • Local: Talent, Community, Making

    Local: Talent, Community, Making

    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

  • HR: Human (R)evolution

    HR: Human (R)evolution

    La “Rivoluzione dell’Impresa” che mette la persona al centro del suo futuro. Una rivoluzione che trasforma la Persona umana da risorsa ad “atleta, acrobata, artigiano”.

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    Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    C’è e soprattutto ci sarà ancora? Se ne parla in questo terzo Quaderno attraverso 3 parole chiave: Empowerment, Feedback, Gamification, aspetti fondamentali del retail collaborativo.

  • Design: (Re)shaping Business

    Design: (Re)shaping Business

    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

  • Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.