La formazione in azienda deve trovare un nuovo scopo

Companies La formazione in azienda deve trovare un nuovo scopo

Un punto di vista internazionale su come tecnologia e modelli di apprendimento possano integrarsi nei Learning Department

  • Il ruolo dei learning department è cambiato: da "istruttori" stanno diventando curatori di contenuti e facilitatori
  • La formazione non deve più offrire informazioni, ma comunicare la "ricetta segreta" che differenzia un'organizzazione dai competitor
  • Quando la formazione di nuova generazione funziona, sono le persone stesse ad alimentare le piattaforme di contenuti

Nel XVII secolo, in Inghilterra, Francis Bacon disse giustamente “la conoscenza è potere”. Oggi le cose sono cambiate. Quando Bacon scriveva, era appena iniziata l’era della carta stampata e l’informazione era una risorsa scarsa. Oggi, non solo è sovrabbondante, ma si diffonde nel mondo all’istante.

L’impatto dell’economia della conoscenza è enorme. Secondo Ocean Tomo, la principale banca d’affari del capitale intellettuale, nel 1975, gli asset intangibili pesavano solo per il 17% nella capitalizzazione delle aziende S&P 500. Nel 2015 il loro valore è salito all’87%. Questo patrimonio è composto dal valore brand, dalla proprietà intellettuale ecc., ma la più grande risorsa, per molte imprese, è il capitale umano: sono le persone in un’organizzazione, con il loro bagaglio di conoscenze e ciò che sono in grado di fare. Prima di Internet, queste persone portavano sul luogo di lavoro la propria intelligenza e le loro conoscenze, che tenevano aggiornate attraverso l’apprendimento informale e i corsi di formazione pianificati dalle aziende. La semplicità di questo approccio non si adatta più al presente. Oggi moltissime informazioni sono accessibili gratis e le persone possono trovare ciò di cui hanno bisogno online, senza passare dalle funzioni della formazione. Tutto alla velocità che preferiscono, per soddisfare – quando vogliono – la domanda di conoscenze in un mondo pieno di impegni.

La richiesta di velocità è soddisfatta dai learning department tradizionali con l’approccio di sempre. Prima di tutto, preparano corsi di formazione belli a vedersi e densi di informazioni; poi pianificano le presenze e, infine, verificano che siano stati completati. Spostando questo modello dalle aule all’online, non solo non si guadagna in rapidità, ma neanche in efficienza. Il risultato: le funzioni della formazione hanno difficoltà a trovare il proprio senso nel mondo dell’informazione digitale. Il loro ruolo oggi è cruciale, ma deve essere affrontato in modo differente. Per rimanere rilevanti, queste funzioni devono fare qualcosa di radicale: rinunciare al controllo.
In un certo senso, tutto ciò è già successo. Le persone trovano ciò che vogliono online (e lo trovano velocemente). Le moderne tecnologie sono diventate il modo naturale di apprendere, sia per imparare dagli altri (attraverso i network di relazioni); sia in mobilità (con uno smartphone) e non confinati alla scrivania. Quando impariamo attraverso queste modalità, è molto difficile per i learning department controllare ciò che facciamo.

Per rimanere rilevanti, i learning department ddevono fare qualcosa di radicale: rinunciare al controllo

Quindi il nuovo ruolo delle funzioni legate alla formazione assume due facce. La prima: trovare quali contenuti non sono già disponibili online, per offrire ciò che è unico nell’organizzazione e cioè quella “ricetta segreta” in un processo o in un’informazione, e far sì che sia condivisa rapidamente, permettendo così alle persone di farne il miglior uso possibile, come elemento di differenziazione nel business.
In secondo luogo, devono lavorare con le linee di business per la pianificazione a lungo termine del potenziale umano. Di quali skill e quali conoscenze l’organizzazione avrà bisogno nel futuro e come si possono sviluppare? Tutto ciò è una sfida enorme per queste funzioni aziendali. La formazione deve sviluppare un nuovo modo di lavorare con il business, di coinvolgerlo, di comprenderne le necessità e costruire sistemi che incontrino questi bisogni. Spesso, quando questi sistemi funzionano, sono le persone stesse ad alimentarli, non i learning department. In questo modo le persone entrano a diretto contatto con il business, ed è questa la strada giusta. Il nuovo ruolo della formazione non sarà controllare come le persone apprendono, ma renderle libere di imparare nel modo migliore che possono.

I learning department devono accettare che il loro ruolo è cambiato: da “istruttori” devono diventare curatori di contenuti e facilitatori, per sviluppare conversazioni sui temi importanti per le aziende. Questa visione abilita le persone a imparare velocemente, partendo dalla vasta mole di contenuti già disponibili nelle organizzazioni, anziché aspettare che qualcun altro li trasformi in un corso tradizionale. È questo l’unico modo in cui le imprese possono competere in un mondo in cui la conoscenza non è più potere.

Weconomy book

  •  Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato. 19033

    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

  • UFO. Unidentified Future Organizations

    UFO. Unidentified Future Organizations

    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

  • Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    In questo Quaderno indaghiamo le origini del trash. Che, per noi, nascono da quella vendita che non risolve problemi reali e concreti. L'antidoto è una vendita circolare e infinita, che trae il massimo vantaggio moltiplicando i punti di contatto con il Cliente, coinvolgendolo e generando una visione condivisa tra persone e organizzazioni.

  • Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Non esistono skill “a prova di futuro”. Perché, quando parliamo di abilità e competenze, in realtà parliamo di sviluppo delle persone.

    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

  • Robot: l'automazione è collaborativa?

    Robot: l'automazione è collaborativa?

    R come Robot - Quali sono le possibili relazioni tra umani e tecnologia? Il tema è esplorato indagando in due sezioni le trasformazioni a livello sociale e aziendale. Una sezione dedicata alla mostra Posthuman (svoltasi durante la MDW 2017) conclude il quaderno. L'obiettivo di questo numero è quello di fornire spunti, quello di avviare un dialogo, di stimolare un'ulteriore esplorazione di diversi punti di vista.

  • Quid novi? Generazioni che collaborano

    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

  • POP Collaboration: Point Of Presence

    POP Collaboration: Point Of Presence

    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

  • Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

  • Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

  • Management: Cross, Self, Content

    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

  • Local: Talent, Community, Making

    Local: Talent, Community, Making

    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

  • HR: Human (R)evolution

    HR: Human (R)evolution

    La “Rivoluzione dell’Impresa” che mette la persona al centro del suo futuro. Una rivoluzione che trasforma la Persona umana da risorsa ad “atleta, acrobata, artigiano”.

  • Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    C’è e soprattutto ci sarà ancora? Se ne parla in questo terzo Quaderno attraverso 3 parole chiave: Empowerment, Feedback, Gamification, aspetti fondamentali del retail collaborativo.

  • Design: (Re)shaping Business

    Design: (Re)shaping Business

    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

  • Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.