L’Erbolario. Etica e sincerità: due ingredienti irrinunciabili

Companies L’Erbolario. Etica e sincerità: due ingredienti irrinunciabili

Essere sostenibili non riguarda solo i prodotti e le scelte di marketing, ma anche un sistema-vendita in cui le “assistenti agli acquisti” sono “educatrici dei Clienti”

Dal punto di vista della vendita, quali sono le sfide più importanti che L’Erbolario ha dovuto affrontare dalla sua fondazione, nel 1978, a oggi?

Soprattutto nella fase iniziale abbiamo lavorato su un nuovo modo di fruire i cosmetici e renderli funzionali, gradevoli, a partire dalle confezioni. Credevamo che, nel nostro settore, l’offerta confondesse i Clienti anziché attrarli. Attraverso le nostre linee guida sulle vetrine, i nostri packaging eleganti e raffinati e un rapporto qualità-prezzo premiante, abbiamo aiutato le erboristerie italiane a innovarsi. Abbiamo fatto sì che molte erboristerie multi-marca diventassero mono-marca e, con il tempo, siamo arrivati alla creazione di nostri punti vendita. 

Quali sono le azioni che incrementano il vostro fatturato?

Inanelliamo nei punti vendita tante piccole emozioni, che rappresentano un dono per i Clienti ogni volta che ci visitano. Secondo i dati Doxa, il 42% delle persone entra nei nostri negozi per fare un regalo e il nostro obiettivo è trasformare queste persone in Clienti per la vita. E così, emozione dopo emozione, costruiamo una relazione. Non sono parole vuote, ma il punto di partenza per realizzare azioni concrete come – per esempio – l’utilizzo del raso e i pom pon con cui chiudere le confezioni regalo, oppure quei 60 milioni di campioni gratuiti che fungono da elemento di vendita per raccontare i nostri cosmetici.

Si sta parlando molto di sostenibilità. Cosa rappresenta per voi?

È una parte importante del nostro alto profilo etico, che si basa su un rapporto di sincerità incondizionata verso i Clienti. Tutta la nostra filiera è sostenibile, nel senso più ampio del termine. Non abbiamo mai delocalizzato, la nostra sede è alimentata da un parco fotovoltaico, i nostri prodotti sono certificati dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) e i packaging sono rigorosamente sostenibili. È qualcosa che ci accompagna da sempre ed è quasi implicito. Ora è il momento di lavorare per comunicare ancora meglio questi valori.

Anche nel 2019 L’Erbolario è ai vertici delle classifiche di soddisfazione Clienti redatte dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza e da Largo Consumo. Per voi cos’è stato determinante per raggiungere questo risultato?

La qualità dei punti vendita deriva dall’attenzione alle nostre persone che, per noi, devono quasi svolgere il ruolo di “educatrici” dei Clienti e comportarsi come quelle amiche dalle quali accettiamo consigli. Ecco perché chiamiamo le nostre venditrici “consulenti agli acquisti”. 

L’Erbolario vende anche online. Quanto questo canale è determinante per voi? 

La multicanalità è irrinunciabile come strumento di informazione/aggregazione e anche per segmenti di popolazione o persone difficilmente raggiungibili in altro modo. L’online contribuisce a creare una “beauty routine” che può iniziare in qualunque momento, anche sul divano. Ma, per noi, un digitale che funzioni deve sapere indirizzare verso il punto vendita, per generare quel tipo di coinvolgimento sinestetico e multisensoriale che Internet non riesce a creare. Perciò abbiamo internalizzato il nostro servizio Clienti, composto oggi da colleghe che provengono dai negozi, che conoscono le dinamiche e sanno offrire i giusti suggerimenti. 

Cosa caratterizza il vostro processo di internazionalizzazione?

Possiamo dire che, oltre ai prodotti, esportiamo lo stile di vita italiano, unito al nostro culto per il servizio. Il successo de L’Erbolario all’estero è – ancora una volta – nelle mani delle persone. Forse il mercato domestico ci ha viziati (tuttora porta il 90% del fatturato), ma confrontarsi con culture e rituali di bellezza diversissimi è entusiasmante, anche se maledettamente difficile. Quando questo approccio funziona raggiungiamo ottimi risultati. Per esempio, a Taiwan abbiamo il nostro miglior partner. Ma se le opportunità dell’internazionalizzazione vanno in conflitto con i nostri valori, con un pizzico d’orgoglio, sappiamo dire no: siamo usciti dalla Cina quando, in questo mercato, è stata imposta la sperimentazione animale. 

Per voi, quali elementi imprescindibili deve avere la vendita?

Innanzitutto, deve rispettare desideri e aspettative di ogni singolo Cliente. Perché ogni persona è diversa. A seconda dei momenti è perfino diversa da sé stessa. Un antico proverbio cantonese recita: “se non sapete sorridere non aprite un negozio”, ed è un sorriso che non può essere di facciata. Dalle rilevazioni che abbiamo compiuto, i Clienti oggi rimangono di più in negozio (siamo passati da 7 a 9 minuti), ma più tempo non significa automaticamente più acquisti: i Clienti devono essere messi nelle condizioni di comprare. Potremmo dire che, in ogni comportamento, anche le consulenti agli acquisti debbano essere sostenibili per far sì che ogni Cliente si senta compreso, apprezzato e amato.

E quali rapporti vedete tra il passato e il futuro della vendita?

Penso a quei fruttivendoli che conoscevano i gusti di ogni singolo membro della famiglia e che non ti avrebbero lasciato andare via senza prima averti fatto assaggiare un acino d’uva particolarmente dolce. Tutto nasceva da un garbo e da una cultura del Cliente innati. È qualcosa da preservare, anche se la complessità è aumentata. Oggi tutto è digitale, ma il digitale non è tutto. In troppi casi, i supporti tecnologici cannibalizzano la dimensione umana, sottraendo tempo al rapporto con i Clienti anziché renderlo più fluido. Ritengo che, dall’integrazione tra fisico e digitale, dobbiamo passare al livello successivo e creare una simbiosi tra on e offline. Ha ragione Philip Kotler quando dice che la tecnologia deve essere invisibile, raffinata ed efficiente.

Weconomy book

  •  Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato. 19032

    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

  • UFO. Unidentified Future Organizations

    UFO. Unidentified Future Organizations

    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

  • Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    In questo Quaderno indaghiamo le origini del trash. Che, per noi, nascono da quella vendita che non risolve problemi reali e concreti. L'antidoto è una vendita circolare e infinita, che trae il massimo vantaggio moltiplicando i punti di contatto con il Cliente, coinvolgendolo e generando una visione condivisa tra persone e organizzazioni.

  • Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Non esistono skill “a prova di futuro”. Perché, quando parliamo di abilità e competenze, in realtà parliamo di sviluppo delle persone.

    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

  • Robot: l'automazione è collaborativa?

    Robot: l'automazione è collaborativa?

    R come Robot - Quali sono le possibili relazioni tra umani e tecnologia? Il tema è esplorato indagando in due sezioni le trasformazioni a livello sociale e aziendale. Una sezione dedicata alla mostra Posthuman (svoltasi durante la MDW 2017) conclude il quaderno. L'obiettivo di questo numero è quello di fornire spunti, quello di avviare un dialogo, di stimolare un'ulteriore esplorazione di diversi punti di vista.

  • Quid novi? Generazioni che collaborano

    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

  • POP Collaboration: Point Of Presence

    POP Collaboration: Point Of Presence

    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

  • Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

  • Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

  • Management: Cross, Self, Content

    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

  • Local: Talent, Community, Making

    Local: Talent, Community, Making

    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

  • HR: Human (R)evolution

    HR: Human (R)evolution

    La “Rivoluzione dell’Impresa” che mette la persona al centro del suo futuro. Una rivoluzione che trasforma la Persona umana da risorsa ad “atleta, acrobata, artigiano”.

  • Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    C’è e soprattutto ci sarà ancora? Se ne parla in questo terzo Quaderno attraverso 3 parole chiave: Empowerment, Feedback, Gamification, aspetti fondamentali del retail collaborativo.

  • Design: (Re)shaping Business

    Design: (Re)shaping Business

    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

  • Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.