Local: per esser-ci

Economy Local: per esser-ci

Nuovi cerchi di conversazione tra centri e periferie. Un'introduzione al quaderno 6 di Weconomy.

sintesi

Progettare innovazione è forse tanto difficile quanto lo è progettare un vero cambiamento di noi stessi. La sfida è quella di trovare uno spazio ed un tempo nel quale possa accadere qualcosa di imprevisto. Qualcosa il cui effetto collaterale (ma inesorabile) possa essere qualcosa di nuovo, che crei nuovo valore. Credo che una delle dimensioni in grado di regalarci oggi un contesto più lento, libero e “comodo”, un contesto nel quale nulla è chiuso o risolto, un contesto nel quale è possibile scambiare visioni, competenze ed energie per progettare il “nuovo”, sia proprio il Local. Un “ambiente” in cui esserCi. L’intreccio delle storie di vita di persone della community locale, legate da un “genius loci”, genera prospettive multiple e in potenza genera soluzioni “uniche”. Questa è l’esperienza del progetto Made in Lambrate, al quale è dedicato l’inserto speciale di questo numero di Making Weconomy, un progetto che come Logotel stiamo vivendo con gioia sulla nostra pelle insieme ad altre 30 realtà a noi vicine. Avviare un progetto di conversazione e di collaborazione con il territorio per provare a valorizzare l’anima di un’area che, altrimenti, rischia per buona parte dell’anno di essere solo un punto su Google Map: è questa la sfida (il cui risultato, in quanto sfida, non è certo né dato). Straordinario e arricchente è lo scambio che avviene durante il percorso, e questo è un risultato certo. Un percorso lungo e faticoso che richiede tempo ed energia, che parte dall’esigenza, ancora prima di conoscersi, di ascoltarsi e di avviare “cerchi” di conversazione per individuare un “centro” alla conversazione stessa. Per ricorrere a una metafora, per così dire, geometrica, ogni cerchio significa una distanza (uguale) da questo centro. La circonferenza però non è solo una equidistanza dal centro; essa è anche la linea che unisce tra loro tutti i punti (le realtà locali) che condividono quella distanza. A ben considerare, quel centro può rimanere in maniera più o meno visibile il collegamento tra i punti che si dispongono in cerchio attorno ad esso. Ma tratteggiare il più chiaramente possibile il collegamento tra i punti della circonferenza è forse l’unica via per far sì che il centro si manifesti in tutta la sua chiarezza. Local, quindi, è una parola del nostro modesto alfabeto della nuova economia estremamente importante. Non solo importante per noi come persone, per recuperare una dimensione in cui CI SIAMO, in cui abitiamo una dimensione del tempo e dello spazio “umana”, che ci aiuti a dare un senso maggiore alla nostra quotidianità, ma anche come persone/imprese e come imprese fatte di tante persone. Il Local come opportunità di creare nuove persone/imprese (start-up) è sotto gli occhi di tutti; ciò su cui mi interessa soffermarmi maggiormente è però il Local per le imprese fatte di tante persone (quelle che potremmo chiamare “growup”). L’esigenza di grandi aziende con un’identità e rete globale è sempre più quella di proporre ai propri Clienti “esperienze uniche, originali e personalizzate”. Il rischio di offerte, servizi ed esperienze standardizzate è una realtà che viviamo tutti i giorni: entrare in un albergo, come in un aeroporto o in un negozio di una grande catena a Milano, Parigi, Shanghai e vivere un’esperienza piatta, da “non luogo”, è cosa all’ordine del giorno. Se abbiamo quindi bisogno di originalità, di unicità e di personalizzazione, la chiave diventa accogliere una dimensione Local, sviluppare reale conversazione con le community locali proprio perché sono queste che ci aiuteranno a tornare a sviluppare contenuti per esperienze uniche, originali, coerenti al nostro brand ma vicine ai nostri Clienti. Dobbiamo creare “cerchi di conversazione” intorno ai nostri snodi della rete, per accorciare le distanze tra centro e periferia. E ancora: Local come opportunità per ritornare a creare valore, attraverso il valore già presente sul territorio, e restituendo valore al territorio stesso. Questa è anche una nuova e più articolata chiave di lettura del concetto di sostenibilità: investire in progetti che creano valore per noi, per le persone che lavorano con noi, per il territorio che ci ospita. Il cerchio si chiude. Ma, come sempre, il cerchio è fatto per riaprirsi: contiamo che questo “appuntamento-quaderno”, attraverso le sue 3 lenti di riflessione (Local Talent, Local Community, Local Making), e grazie al supporto di un set di punti di vista e di storie lambratesi - un quaderno realizzato con energie 100% MADE IN LAMBRATE, dalle idee alla stampa - possa essere uno strumento di supporto per incuriosire, stimolare, far accadere “nuovi cerchi”. Buona lettura!

Weconomy book

  •  Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato. 19030

    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

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    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

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    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

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    In questo Quaderno indaghiamo le origini del trash. Che, per noi, nascono da quella vendita che non risolve problemi reali e concreti. L'antidoto è una vendita circolare e infinita, che trae il massimo vantaggio moltiplicando i punti di contatto con il Cliente, coinvolgendolo e generando una visione condivisa tra persone e organizzazioni.

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    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

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    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

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    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

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    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

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    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

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    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.