Serve un management

Management Serve un management "collavorativo"

Il Management oggi serve ancora? La risposta del Presidente di Manageritalia.

sintesi

Dopo che il Management è stato nel secolo scorso il perno di un’economia industriale che doveva dare corpo e sostanza alla rivoluzione produttiva, oggi serve ancora? Certo, senza ombra di dubbio. Nell’attuale economia della conoscenza il Management e i Manager sono il dna di un’attività globale in tutti i sensi. Perché Agricoltura, Industria e Servizi sono sempre più interconnessi per confluire in un unicum capace di creare valore. Perché discontinuità, velocità e cambiamento sono figli di quell’innovazione continua che si concretizza solo in modo sistemico. Perché gestire non è più comandare, ma far collaborare le persone e far accadere e dare senso alle cose. Come dicevamo, un Management che deve essere sensazionale. Perché se è ormai assodato che chi vende trapani, vende buchi, oggi è premiato chi a quei buchi dà una storia e un senso, rendendoli protagonisti del valore finale. Il Manager oggi deve mettere le varie tecniche, specializzazioni, discipline e professionalità in sinergia tra loro, creando quell’amalgama indispensabile, ma sempre mutevole e intercambiabile, per comporre il puzzle finale. Un puzzle che solo il Management può guardare nella sua globalità e guidare nel suo continuo evolvere perché non è schiavo di nessuna specializzazione, se non quella di comporre al meglio quelle esistenti. Il tutto lavorando ai confini e cercando continuamente alternative e insiemi che abbiano un senso nuovo e compiuto. Deve far lavorare al meglio le persone e farle collaborare per produrre conoscenza e valore nella massima sinergia a tutti i livelli dentro e fuori l’Azienda. Così si esplica managerialità e leadership: visione, motivazione e “collavorazione”, cioè lavorare collaborando. Per farlo serve tanta innovazione e tecnologia, anche nell’organizzazione dei collaboratori, per migliorare produttività e benessere delle aziende e delle persone e capacità di avere e offrire senso. In un mondo dinamico serve una superflessibilità: cioè la capacità di evolvere adattandosi alle nuove realtà, sostenuta dalla capacità di far fronte alla turbolenza creando ancoraggi stabili. Questo devono fare i Manager oggi. La leadership in questo contesto richiede di coinvolgere (meglio engage o ingaggiare), guidare e collaborare con i lavoratori della conoscenza, quali ormai tutti siamo, in modo dinamico. L’approccio dei Manager oggi non può più essere quello autoritario o, se vogliamo, genitore-figlio, ma deve essere da pari a pari. Una leadership paritaria che non significa abdicare autorità e responsabilità. In questo senso e in questo contesto la leadeship va gestita prima all’interno di se stessi e poi agita all’esterno, verso gli altri. La superflessibilità richiesta dal contesto attuale è la sommatoria di flessibilità, ambivalenza, agilità, resilienza, plasticità. Insomma, se un’Azienda, un’organizzazione e un team devono muoversi in questo modo, è prima di tutto chi le guida che deve agire questo mindset. Oggi, il vero leader deve trovare la forza di convivere, ma direi meglio, di cavalcare questo contesto dinamico e mutevole dentro di sé. Perché solo chi si dà mentalmente e a livello comportamentale ancoraggi solidi, libertà di rischiare, innovare e sbagliare può poi trascinare chi gli sta intorno. Il primo passo è esserlo, il secondo, convincere gli altri e il terzo portarli a bordo sicuri di avere nel leader il primo punto di rifermento. Solo così facendo si esplica la vera leadership che, oggi più che mai, consiste nel dare alle persone la garanzia e la forza per agire, camminando anche e soprattutto in autonomia, ma sentendosi protette, guidate e parte di un disegno più ampio e rassicurante. Ai Manager spetta trovare nuove strade per crescere, avere sogni e visioni e avere il coraggio di rischiare. Devono farlo cavalcando i trend emergenti e creandone di nuovi. Ottenendo risultati o, ancor meglio, facendo accadere le cose. Ecco, oggi il senso del Management e dei Manager è dare senso al lavoro delle persone, all’Impresa e al valore finale scambiato con i Clienti e tutti gli stakeholder. Nei fatti, creare e valorizzare qualcosa che ha senso e far sì che sia condiviso e vissuto.

Weconomy book

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Magazine

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    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.