Collaborative Design: tre esempi

Innovation Collaborative Design: tre esempi

Kickstarter, Waze e Darling Delicious. Tre esempi di Collaborative Design.

sintesi

KICKSTARTER

Come segnalato da un recente articolo di TechCrunch, questo 2012 sembra essere l’anno della svolta per la nota piattaforma di crowdfunding creativo Kickstarter. Attivo in America dal 2008, il sito è balzato agli onori delle cronache negli ultimi mesi grazie all’esplosivo successo di una manciata di progetti (8, per la precisione) che hanno sfondato il tetto del milione di dollari di finanziamenti ricevuti da parte della community. Dal nuovo disco della cantante Amanda Palmer (ennesimo capitolo dell’ormai irreversibile processo di disintermediazione dell’industria discografica) fino allo “smartwatch” Pebble che detiene l’attuale record con oltre 10 milioni di dollari raccolti (a fronte dei 100.000 richiesti – 100 volte tanto!), Kickstarter sta imponendo nuove logiche non solo di finanziamento ma di vera e propria progettazione: la qualità del prodotto non basta, occorre dare forma a un sistema di condivisione del valore delle “pledges” (quanto più finanzio, tanto più ricevo in cambio) capace di ingaggiare realmente gli utenti.

WAZE

Community-driven innovation: è questa la definizione migliore per Waze, social-applicazione gratuita di navigazione GPS per smartphone, lanciata dall’omonima startup israeliana (80 dipendenti per 20 milioni di utenti!). Design collaborativo in un’accezione tanto “pura” quanto peculiare: le mappe delle città sono letteralmente “disegnate” dall’uso stesso che ne fanno i singoli “wazers”, e collettivamente aggregate dal sistema. Il solo fatto di attivare passivamente la app durante la guida (fornendo dati sui propri movimenti) porta insomma un sostanzioso contributo al progetto, fermo restando il reale valore aggiunto che le persone possono apportare segnalando in modalità “attiva” code, incidenti, aggiornamenti riguardo alle strade etc. “Outsmarting traffic, together”: questo il motto di un progetto che sta sdoganando il concetto di navigazione “turn-by-turn” – ovvero in tempo reale in funzione delle reali condizioni di traffico – a livello (quasi) globale. Per togliere quel “quasi” è solo questione di tempo e massa critica.

DARLING DELICIOUS

Si può fare progettazione collaborativa coinvolgendo gli utenti a vario titolo: nella fase di creatività vera e propria (con tutti i pro e i contro del caso), nel funding (Kickstarter), nel feedback (Waze) o, nel caso di Darling Delicious, in una fase di beta-testing (la B di Beta che ritorna…) che, nel mondo del retail, può risultare decisiva. Un neologismo lo definisce “tryvertising”: la possibilità per un brand di promuoversi in maniera anti-convenzionale, facendosi provare “in anticipo” dai propri clienti. Questa piattaforma olandese ne ha fatto un business model su una doppia pista: quella B2C, con un punto vendita (meglio, un “trend shop”) multibrand in continua trasformazione d’offerta di luxury food e cosmesi, nel quale è possibile trovare novità esclusive non ancora in commercio (e il buzz è assicurato); e quella B2B che offre ai brand che aderiscono alla piattaforma un consumer feedback di estrema precisione e utilità.