Il lato B del piano B

Future Il lato B del piano B

Niente futuro senza fattore C. Lo scenario previsto dal futurologo Thomas Bialas.

sintesi

Se non avete un buon lato B allora abbiate almeno un buon piano B. O in alternativa: se non avete un buon piano B allora abbiate almeno un buon lato B. Il fattore fortuna infatti è determinante quando si sperimentano alternative. Già, alternative. OOPS, OR, OK. Un trio importante ma dove domina nel presente e soprattutto nel futuro l’azione del “facciamo questo oppure quest’altro” che produce, naturalmente, errori (di percorso) ma anche decisioni (e dunque dinamismo) a raffica. In un’epoca discontinua e complessa l’unico approccio valido è: proviamo? Non è facile per delle realtà (le imprese) che sono per tradizione e vocazione “imprese hardware”. Ma non c’è scelta. Sperimentare (come innovare) costa denaro, ma se l’alternativa o prospettiva a medio termine è di salutare il mercato, allora è denaro ben investito. Ovviamente si deve sperimentare piani B a tutto campo e quindi non solo una singola innovazione, una singola tecnologia, un singolo modello di business. Naturalmente con organizzazioni dove la collaborazione è spinta fino agli estremi o se preferite eccessi. D’altra parte l’economia della conoscenza inizia quando l’alternativa non è più l’ultima spiaggia ma la prima (ovvero la norma) e il cambiamento non un nemico ma lo status quo. Non esiste alternativa ma solo alternative (come nuovo terreno di gioco). Ma poi fila tutta così liscio con infiniti piani B? Non è detto. Si dicono e si leggono un sacco di sciocchezze in merito a Google. I fatti però sono questi. Google continua a fare i soldi “veri” con il solito unico prodotto: il motore di ricerca. L’ultimo decennio è stato speso per cercare “the next big thing”. Ma ancora non è stato trovato. La moltiplicazione dei piani B produce consenso e ammirazione (interna ed esterna) ma non ancora denaro. Significa che sono e esperimenti “OOPS”? No, significa che sono esperimenti e scommesse a lungo termine. Solo fra dieci anni sapremo se l’auto senza conducente o i Google Glass, tanto per fare due esempi, sono redditizi. Google ha i soldi è può permettersi questa lungimiranza. Molti di noi no. Certo poi ci vuole anche molta fortuna ma arriva se si scommette su qualcosa. La vera cosa interessante però di Google è un’altra e questa sì che tutti possono metterla in campo perché nulla ha a che fare con la dote finanziaria. Larry Page e Sergey Brin non si pongono mai la domanda “qual è il mio settore di appartenenza?” (perché quesito del passato) ma semmai “qual è il mio settore di competenza?” (perché quesito del futuro). Questo produce alternative o più esattamente una visione delle possibilità ampia e senza restrizioni. Può un retailer d’abbigliamento aprire alberghi? Certo, se ha le competenze in casa. Corollario. La Kodak disse di se stessa: “io sono OK e non ho bisogno di OR” la Fujifilm invece disse “io non sarò OK e ho bisogno di molti OR”. OOPS: Kodak non esiste più (di fatto) mentre Fuji esiste e fa i soldi nel settore medicale. Fortuna? Anche, ma consequenziale (come possibilità) alla produzione di piani B. Morale: errore decidere senza oppure.